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a cura di S. E. L’Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani/

Ordine a tutti i costi. E’ una necessità comune , come tra i minerali, tutto ben stratificato: il popolo sotto e la casta sopra. Per salvare quest’ordine minacciato bisogna far la guerra. Il profeta Geremia interviene per dire che non c’è salvezza per un ordine ingiusto, perché, fondato su una violenza nascosta, può generare una aperta violenza. A lungo andare, il peccato, che è violenza , non paga. O meglio, come dice San Paolo, “La paga del peccato è la morte”. Così l’ordine della violenza si difende con le armi della violenza, e Geremia è gettato nella cisterna. Il profeta è dunque rivelatore di una violenza che era già la, ma segreta. Il profeta la polarizza e si rivolta contro di lui , esattamente come sarebbe avvenuto per Gesù. E’ venuto ad esercitare un giudizio e a portare alla luce una ingiustizia nascosta. Come ? Facendosi lui stesso giudicare e condannare. Siccome questo giudizio non può essere che ingiusto, l’ingiustizia viene smascherata e così appare davanti agli occhi di tutti la giustizia di Dio.
Essi si divideranno. Sarebbe evidentemente stupido utilizzare questo vangelo per giustificare la violenza come è stato fatto….. Il vangelo è sempre il vangelo della pace e Gesù porta la riconciliazione. Ma se c’è riconciliazione c’è anche divisione. Nel nostro testo si dice che Gesù è venuto a “portare la divisione”, ciò significa che la sua presenza destabilizza una costruzione che fino allora aveva la parvenza di essere stabile. Questa costruzione è la nostra torre di Babele, la città della nostra crudeltà e della nostra pretesa. Di un colpo le amicizie e le alleanze più strette si rompono, anche le stesse alleanze familiari. Le case costruite sulla sabbia cadono. Non abbiamo alibi. Il nostro male è messo sul tappeto e siamo chiamati a confrontarci col nostro problema.. E’ la prima condizione per superarlo. La pace è un bene , ma non la pace che maschera la nostra violenza. Una pace che avendo attraversato le divisioni le supera.
Il padre contro i figli e i figli contro il padre. Il Cristo porta le divisioni perché alcune persone si dichiarano per Lui e entrano in conflitto con coloro che son contro di lui.. Lotta , quindi, tra buoni e cattivi. Il vangelo è più sottile. Non ci sono ne buoni ne cattivi. La venuta di Cristo fa apparire la cattiveria dell’uno e dell’altro. Tutti convinti del peccato perchè sia fatta grazia a tutti, dice San Paolo. Non ci si può battere in nome di Cristo: chi dichiara guerra a qualcuno dichiara sempre guerra a Lui. Dinanzi alla luce, tutto ciò che è tenebra manifesta tutta la sua oscurità. (Ef. 5,13) . E’ tempo della spada. Non possiamo sfuggire al conflitto, in noi c’è qualcosa che rifiuta l’amore e la fede nell’amore. Gli uomini rifiutano il Cristo perché la chiesa è così, perché durante la storia si è comportata in un certo modo ecc. Togliamo tutti gli ostacoli e immaginiamoci una chiesa allo stato puro, una teologia perfetta: nel qual caso ci sarebbero ancora uomini che si schierano contro Cristo perché è venuto ad annunciare la pace e l’amore. Lasciamoci illuminare dalla Parola perché illumini le nostre proprie tenebre.

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