Il Vaticanese

Gesù guarisce due donne (XIII Dom. del T.O.)

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S.E. l'Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani

a cura di S.E. l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani/

Guarire due donne ai tempi di Gesù non è una cosa da poco.
Una giovane e l’altra adulta. Il testo evangelico ci dice che tante erano le donne che toccavano Gesù, eppure solo una delle due viene guarita. La motivazione è chiara: ella aveva sperimentato tutti i mezzi ordinari della guarigione, “aveva speso tutti i suoi beni”. Dio lascia andare avanti le cose fino al confine tra la vita e la morte. Questa donna giunta alla fine mette tutta la sua fede in Gesù.
L’uomo ha bisogno di diventare povero per pensare al Padre, come il Figliol prodigo.

“Chi mi ha toccato?”. La trasposizione è facile: siamo folle che vanno a Messa senza rendersi conto del bisogno di essere guarite; così la nostra fede non ci salva perché l’importante non è toccare Cristo, ma la fede che mettiamo in questo contatto.
Anche la fede della donna deve evolversi, per questo Gesù la obbliga al dialogo. La guarigione è un punto di partenza per una ulteriore relazione. L’emorroissa è già stata guarita, e Gesù le dice: “Sii guarita del tuo male”.
Si tratta dello stesso male o del male che la rende muta e timorosa? Questo testo evangelico potrebbe intitolarsi “I livelli della fede”: “fede” inefficace per la folla; fede della donna capace di cambiargli la vita; fede che realizza una relazione piena di confidenza.

All’insaputa di Gesù.
Gesù si reca a casa di Giairo (rapporto attivo da parte sua), la donna va da Gesù per toccargli il vestito (Gesù è attivo a sua insaputa: “una forza esce da Lui”).
Come non vederci una sottomissione di Dio, ad insaputa di Gesù, alla fede della donna che vuole essere guarita? La donna è costretta a confessare a Gesù tutta la verità, e Gesù assume su di se tutta la responsabilità della guarigione: “Sii guarita!”.
Appare chiara la duplice sorgente della guarigione: “La tua fede ti ha salvata” da parte della donna, e “Sii guarita!” per opera di Gesù. Ecco l’Alleanza.

La fede di Giairo. Ancora un esempio di fede, tuttavia non della fede di chi vuole essere miracolato ma quella di terzi. La fede degli altri può qualcosa per ciascuno di noi. Certamente la resurrezione è un dono per Giairo ed ancor più per sua figlia. La fede di Giairo però è fede nella guarigione e non ancora nella resurrezione: “Non aver paura, tu soltanto continua a credere!”.

E’ la fede grazie a cui l’uomo viene salvato all’ultimo momento e non ancora la fede pasquale, quella in cui l’uomo è salvato dopo l’ultimo momento.
Gesù giunge a casa di Giairo e la ragazza è morta nel frattempo. Gesù non gli impone le mani, come gli aveva chiesto Giairo, ma la prende per mano e la fa alzare. Il gesto di aiuto è il gesto di Dio.
La giovane è già morta, ciononostante Gesù afferma la sua libertà nell’esercizio della sua potenza sulla morte: “Fanciulla, io ti dico alzati!”.

Buona Domenica

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