Il Vaticanese

Con la fede umile e forte di Pietro e il cuore grande e universale di Paolo

Conversione di San Paolo - la seconda versione di Caravaggio, Cappella Cerasi nella Chiesa di S. Maria del Popolo a Roma
Conversione di San Paolo – la seconda versione di Caravaggio, Cappella Cerasi nella Chiesa di S. Maria del Popolo a Roma

Il gallo e il cavallo. Questi due amici animali hanno un forte denominatore comune. I due grandi Apostoli, Pietro e Paolo, di cui facciamo memoria in questa domenica, hanno potuto esprimere tutta la loro fede e il loro apostolato da un comportamento di questi due animali.

Il gallo ha cantato quando Pietro rinnegava il Maestro, il cavallo ha disarcionato Paolo alla vista della luce. Pietro se ne rese conto, uscì e pianse amaramente.

Nonostante sentisse pungente il suo rinnegamento e il suo fallimento, crede e ama profondamente e diventa capace di confermare i fratelli nella fede. Quel pianto sono le lacrime di tutti noi quando sbagliamo, come nostre sono quella debolezza e paura. Quel canto del gallo lo ha reso coraggioso ed invincibile.

Paolo è il seguace rigido e spesso fanatico che combatte Cristo e i cristiani, con freddezza e rabbia. Ma una luce fa imbizzarrire il cavallo che lo getta a terra. E’ da questa caduta che nasce Paolo l’apostolo, l’annunciatore della parola, il passionale amante delle sue comunità. Paolo che si rialza non vedente ma credente.

Pietro e Paolo, colonne portanti di una comunità che è la Chiesa. Dona anche a noi, Signore, la fede umile e forte di Pietro e il cuore grande e universale di Paolo.

Da una riflessione e una preghiera tratta da Lacitta.eu, Viterbo.

 

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