Il Vaticanese

Capire le Scritture

sacra-bibbiaa cura di Mons. Giuseppe Mani/

Aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture” ci dice il Vangelo. Vuol dire che anche loro non ci capivano un gran che nella Bibbia come capita a molti di noi. Si, perché della Bibbia si fa un gran parlare  ma pochissimi l’hanno letta e soprattutto l’hanno capita. IL P. Alonso Schekel SJ, professore del Biblico, diceva che non è necessario capire tutta la Bibbia, basta mettere in pratica quella che si capisce. Eppure capire la Bibbia è fondamentale e Gesù ce ne rivela il senso. Tutta la Bibbia parla di Lui. Isacco, che sta per essere immolato dal Padre era Lui. Giuseppe, venduto dai fratelli, era Lui, Gli ebrei schiavi in Egitto siamo noi e Mosè era Lui. Dio aveva cominciato a parlare di Lui prima che venisse ma una volta venuto è tutto chiaro. Possiamo dire : la bibbia è Lui perché Gesù è tutta la verità.

La Bibbia è il grande libro con cui Dio parla di se all’uomo e lo fa a gradi, prima attraverso la creazione e si rivela come Provvidenza, creatore e Signore di tutte le cose, per cui quando Mosè si avvicina a Lui gli dice “la terra che pesti è santa, togliti i sandali” mantieniti a distanza. Dio è l’inaccessibile e si rivela così. C’è poi una seconda rivelazione di Dio: Dio si pone in relazione di amore con l’uomo. Dio voleva arrivare a questo  e lo ha fatto diventando uomo e manifestando se stesso in Gesù Cristo. Dio cominciò la sua relazione con l’uomo sul monte Sinai quando a Mosè spaventato tra lampi e tuoni diede le tavole della legge, ma era soltanto l’inizio per arrivare a dirci attraverso Gesù, nell’ultima cena “Voi siete i miei amici”.

Ogni pagina della Bibbia parla di Gesù morto e risuscitato perché la vita dell’uomo è morte e resurrezione e se è facile capire che è morte non lo è altrettanto che è resurrezione , che la vita vincerà sempre sulla morte. Ecco perché dopo che lo hanno visto risuscitato dai morti hanno capito tutto, gli si sono aperti gli occhi. Gesù morto e risorto è tutta la verità della vita per cui basta conoscere Lui per conoscere tutta la scrittura e le regole della vita umana. Fin da giovane sono stato colpito da un teologo che poi divenne anche Cardinale, Charles Journet, che alla fine delle sue pagine di alta teologia concludeva“come si legge nel Vangelo” e riduceva tutto ad una frase o ad un semplicissimo episodio della vita di Gesù.

Ecco l’ideale cristiano, conoscere Cristo e condurre una vita che piaccia a Lui. Il peccato è sempre possibile ma Lui prende la figura del difensore. E’ così che la conoscenza di Cristo ci conduce al più alto grado della conoscenza della gratuità dell’amore e della salvezza. Conoscere Cristo invita ad amarlo sempre più e amarlo invita a cercarlo e a conoscerlo ancora più profondamente e personalmente.

San Paolo ha scritto:” Ho deciso di non saper nient’altro in mezzo a voi se non Cristo, e Cristo Crocifisso” e Sant’Ignazio di Antiochia diceva “Parlatemi solo di Cristo, il resto a me non interessa”. Metter tra parentesi tutto ciò che non è Cristo è la grande regola cristiana perché Cristo è tutto e il cristianesimo è soltanto Lui e diventare una cosa sola con Lui. Il cristianesimo non è una religione è una sequela. La sequela di Cristo. Abbiamo anche noi, come gli apostoli, lo Spirito Santo per conoscerlo e seguirlo.

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