Il Vaticanese

Dio ci doni la grazia dell’intelletto per capire le cose come Lui

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Papa Francesco

Papa Francesco

È la grazia dell’intelletto che permette alle persone di fede di leggere e comprendere ogni cosa con gli occhi e il cuore di Dio. È questo il pensiero di fondo della catechesi che Papa Francesco ha svolto all’udienza generale in Piazza San Pietro, davanti a circa 60 mila persone.

Per capire le cose della vita usiamo l’intelligenza, per comprendere quelle di Dio abbiamo bisogno dell’“intelletto”. La prima è una dote umana, il secondo è un dono dello Spirito Santo. Papa Francesco distingue tra due parole che i vocabolari considerano sinonimi. Non così nella dimensione della fede, dove fra intelligenza e intelletto corre invece un abisso perché – spiega il Papa – rispetto all’intelligenza l’intelletto è una “grazia” divina che suscita nel cristiano “la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza”:

“Questo dono ci fa capire le cose come le capì Dio, come le capisce Dio, con l’intelligenza di Dio. Perché uno può capire una situazione con l’intelligenza umana, con prudenza, e va bene. Ma, capire una situazione in profondità, come le capisce Dio, è l’effetto di questo dono. E Gesù ha voluto inviarci lo Spirito Santo perché noi abbiamo questo dono, perché tutti noi possiamo capire le cose come Dio le capisce, con l’intelligenza di Dio. E’ un bel regalo che il Signore ci ha fatto a tutti noi”.

Regalo che non vuol dire automatismo, perché per “intus legere”, cioè per “leggere dentro” – come dicevano i latini, da cui la parola “intelletto” – è necessaria una vita di fede, alla quale questo dono è “strettamente connesso”, afferma il Papa. Che soggiunge: “Quando lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e illumina la nostra mente ci fa crescere giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e ha compiuto”:

“Capire gli insegnamenti di Gesù, capire la sua Parola, capire il Vangelo, capire la Parola di Dio. Uno può leggere il Vangelo e capire qualcosa, ma se noi leggiamo il Vangelo con questo dono dello Spirito Santo possiamo capire la profondità delle parole di Dio. E questo è un gran dono, un gran dono che tutti noi dobbiamo chiedere e chiedere insieme: Dacci, Signore, il dono dell’intelletto”.

Un dono che permette di capire anche le cose della vita, ma dal punto di vista di Dio e come esempio emblematico Papa Francesco termina la catechesi citando la vicenda dei discepoli di Emmaus, che tristi e disperati tornano a casa senza riconoscere che Gesù cammina accanto a loro se non quando comincia a spiegare le Scritture che Lo riguardano. Solo in quel momento, ricorda il Papa, “le loro menti si aprono e nei loro cuori si riaccende la speranza”:

“E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le cose umane, le situazioni, tutte le cose. E’ importante il dono dell’intelletto per la nostra vita cristiana. Chiediamolo al Signore, che ci dia, che ci dia a tutti noi questo dono per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto, la Parola di Dio nel Vangelo”.

Nelle sue parole in varie lingue post-catechesi, Papa Francesco ha ricordato a più riprese la Canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, salutando i vari gruppi di pellegrini che affollano a migliaia la Basilica per venerare i due Papi Santi. La vostra visita, ha concluso, “sia occasione per approfondire la propria appartenenza al Popolo santo di Dio”.

Trascriviamo il testo originale del Pontefice:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Dopo aver preso in esame la sapienza, come primo dei sette doni dello Spirito Santo, oggi vorrei puntare l’attenzione sul secondo dono, cioè l’intelletto. Non si tratta qui dell’intelligenza umana, della capacità intellettuale di cui possiamo essere più o meno dotati. È invece una grazia che solo lo Spirito Santo può infondere e che suscita nel cristiano la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza.

L’apostolo Paolo, rivolgendosi alla comunità di Corinto, descrive bene gli effetti di questo dono – cioè che cosa fa il dono dell’intelletto in noi -,e Paolo dice questo: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito» (1 Cor 2,9-10). Questo ovviamente non significa che un cristiano possa comprendere ogni cosa e avere una conoscenza piena dei disegni di Dio: tutto ciò rimane in attesa di manifestarsi in tutta la sua limpidezza quando ci troveremo al cospetto di Dio e saremo davvero una cosa sola con Lui. Però, come suggerisce la parola stessa, l’intelletto permette di “intus legere”, cioè di “leggere dentro”:questo dono ci fa capire le cose come le capisce Dio, con l’intelligenza di Dio. Perché uno può capire una situazione con l’intelligenza umana, con prudenza, e va bene. Ma capire una situazione in profondità, come la capisce Dio, è l’effetto di questo dono. E Gesù ha voluto inviarci lo Spirito Santo perché noi abbiamo questo dono, perché tutti noi possiamo capire le cose come Dio le capisce, con l’intelligenza di Dio. E’ un bel regalo che il Signore ha fatto a tutti noi. E’ il dono con cui lo Spirito Santo ci introduce nell’intimità con Dio e ci rende partecipi del disegno d’amore che Luiha con noi.

E’ chiaro allora che il dono dell’intelletto è strettamente connesso alla fede. Quando lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e illumina la nostra mente, ci fa crescere giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e ha compiuto. Lo stesso Gesù ha detto ai suoi discepoli: io vi invierò lo Spirito Santo e Lui vi farà capire tutto quello che io vi ho insegnato. Capire gli insegnamenti di Gesù, capire la sua Parola, capire il Vangelo, capire la Parola di Dio. Uno può leggere il Vangelo e capire qualcosa, ma se noi leggiamo il Vangelo con questo dono dello Spirito Santo possiamo capire la profondità delle parole di Dio. E questo è un gran dono, un gran dono che tutti noi dobbiamo chiedere e chiedere insieme: Dacci, Signore, il dono dell’intelletto.

C’è un episodio del Vangelo di Luca che esprime molto bene la profondità e la forza di questo dono. Dopo aver assistito alla morte in croce e alla sepoltura di Gesù, due suoi discepoli, delusi e affranti, se ne vanno da Gerusalemme e ritornano al loro villaggio di nome Emmaus. Mentre sono in cammino, Gesù risorto si affianca e comincia a parlare con loro, ma i loro occhi, velati dalla tristezza e dalla disperazione, non sono in grado di riconoscerlo. Gesù cammina con loro, ma loro sono tanto tristi, tanto disperati, che non lo riconoscono. Quando però il Signore spiega loro le Scritture, perché comprendano che Lui doveva soffrire e morire per poi risorgere, le loro menti si aprono e nei loro cuori si riaccende la speranza (cfr. Lc 24,13-27).E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le cose umane, le situazioni, tutte le cose. E’ importante il dono dell’intelletto per la nostra vita cristiana. Chiediamolo al Signore, che ci dia, che dia a tutti noi questo dono per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto, la Parola di Dio nel Vangelo. Grazie.

Fonte: www.news.va

 

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