Il Vaticanese

Convegno di un Ordine in cammino. “La Pentecoste sia un terremoto spirituale”

Colpisce che un evento dell’Anno della Fede, dedicato all’incontro dei movimenti ecclesiali con il Santo Padre, sia stato promosso da coloro che sono in cammino, certi del loro carisma in Cristo “ma con una forma giuridica ancora non definita” – come ha rilevato P. Gianfranco Ghirlanda già Rettore della Pontificia Università Gregoriana e docente di Diritto Canonico. Nel Pontificio Ateneo Regina Apostolorum accanto ai Legionari di Cristo e ai consacrati e consacrate del Regnum Christi, si sono succeduti, ad esempio, il Direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione Roberto Fontolan, il Responsabile del dialogo interreligioso della Comunità di Sant’Egidio Alberto Quattrucci, il Presidente dell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo Salvatore Martinez, il Presidente dell’Istituto Universitario Sophia del Movimento dei Focolarini e così via. Da nefandezze del passato un merito del presente di avere riunito i movimenti dal mondo e di avere chiesto alla Chiesa di tendere una mano per aiutare i giovani legionari e del Regnum Christi a ritrovare una nuova identità.

Ed è così che il Vaticanese.it, attento osservatore ovunque, nelle piccole e grandi questioni, testimone accanto alla Madre Chiesa e nella tutela del Santo Padre, ha scelto di esserci nella speranza di raccontare un momento importante di conversione e di umiltà.

Secondo Il Vaticanese.it la manifestazione “La Primavera della Chiesa” è un viaggio che inizia nel cuore della Redenzione della Chiesa.

I promotori, presso l’Ateneo Romano Pontificio della Regina Apostolorum, sede anche di preziose realtà accademiche uniche al mondo, sono di per sé “dibattuti” per il tramite del loro fondatore, si legge in rete per lo più in maniera confusa, tra verità, scoop giornalistici e distorsioni di cui il web 2.0 è colmo, ove si inserisce con un semplice e meticoloso lavoro a favore di una comunicazione nel rispetto della dignità della persona, Il Vaticanese.it, insieme a colleghi di altre realtà, pochi ma buoni, che aderiscono anche semplicemente al codice deontologico e di etica professionale dell’Ordine dei Giornalisti. Si scrive per non dimenticare ma soprattutto per testimoniare la verità e la speranza, per ribaltare in positivo anche i fatti più atroci, perché con l’acquisizione corretta dei dati si possa incentivare a scelte più giuste per la persona. “Giovani non lasciatevi rubare la speranza” – ha detto Papa Francesco in una delle sue omelie.

Il fondatore del movimento, informalmente definito istituto religioso maschile di diritto pontificio o congregazione clericale, Marcial Maciel Degollado, nel 1941 a Città del Messico, che ha avviato “le legioni” è accusato di orrendi gesti nella sua doppia vita, di cui si è parlato molto drammaticamente in questi anni eppure mai i suoi “seguaci”, eccetto alcune vocazioni che si sono poi riconosciute in altro Ordine, hanno disconosciuto ciò che anche di positivo è stato fatto.

Uno dei segreti della Madonnina di Civitavecchia svelati alla piccola Jessica Gregori che, nel periodo appena precedente alle accuse degli abusi all’interno della Chiesa, versò lacrime di sangue, maschile, sangue di Cristo, come ha testimoniato anche di recente mons. Girolamo Grillo Vescovo di Civitavecchia, riguarda la sofferenza cui la Chiesa sarebbe andata incontro. Dolore sofferto fino ad un pianto convulso alle scoperte ed alle conferme di Giovanni Paolo II di cui fu testimone lo stesso mons. Grillo, tra i diversi episodi strazianti, cui si iniziò a porre rimedio, iniziando quel solco nella terra di penitenza e di preghiera.

Fu Benedetto XVI nel tempo del suo Pontificato ad intervenire, lui che da Cardinale come membro della Congregazione della Fede aveva già riscontrato che “indipendentemente dalla persona del Fondatore si riconosce con gratitudine il benemerito apostolato dei Legionari di Cristo e dell’Associazione Regnum Christi”. Benedetto XVI flagellato dai mali della Chiesa proprio nell’Anno Sacerdotale 2008-2009, è stato supportato anche nella redazione di un testo, curato da chi scrive e da Maria Luisa Coppola, presentato da un Officiale della Segreteria di Stato che ha sintetizzato, in maniera circoscritta ad un territorio, quegli esempi vocazionali che fossero da modello per la collettività, per le sante vocazioni, quelle “Gocce di sorgente” di cui la Madre Chiesa è traboccante. Dalla visita apostolica del 2010 si evince che l’attuale Papa emerito allora incontrò “un gran numero di religiosi che cercano Cristo con zelo autentico e che offrono l’intera loro esistenza per la diffusione del Regno di Dio” ma emerse “con chiarezza, tra gli altri elementi: 1. la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione dei Legionari di Cristo; 2. la necessità di rivedere l’esercizio dell’autorità, che deve essere congiunta alla verità, per rispettare la coscienza; 3. la necessità di preservare l’entusiasmo della fede dei giovani, lo zelo missionario, il dinamismo apostolico, per mezzo di un’adeguata formazione”.

Tutti insieme oggi continuano a camminare per ritrovare la loro identità in Cristo come indica il loro carisma. Un sostegno concreto “per aiutare a scoprire forme giuridiche per evolvere” – ha detto il moderatore P. Mark Haydu L.C. nella prima sessione dei lavori del Convegno “Primavera della Chiesa”. Ed è così che vi è stato un confronto con i giovani del movimento ed i loro responsabili, tra cui il Rettore del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e l’Arcivescovo di Valladolid S. Excel. Mons. Ricardo Blazquez, S.E. mons. Josef Clemens Segretario del Pontificio Consiglio dei Laici con il tema “I movimenti ecclesiali e le nuove comunità nel pensiero del Cardinale Joseph Ratzinger” e P. Gianfranco Ghirlanda su “Collocazione canonica dei movimenti”.

“La conferenza – ha scritto P. Gianfranco Ghirlanda – tratta in modo sintetico, innanzitutto dell’inquadramento carismatico ed ecclesiale dei movimenti, con la loro caratteristica di rappresentare nella Chiesa la comunione tra le varie vocazioni, per il fatto stesso che i loro membri appartengono alle diverse categorie di fedeli. Successivamente, viene affrontata la questione dell’intervento dell’autorità gerarchica nel momento del riconoscimento o dell’erezione canonica del movimento, come associazione privata o pubblica a seconda dei fini che persegue. In questo contesto vengono messi in luce alcuni punti particolarmente delicati che debbono chiaramente essere disciplinati nello statuto e nel regolamento. Un fatto particolarmente importante che viene ampiamente trattato è quello della giusta autonomia di governo dei movimenti volta alla tutela del loro carisma e delle opere proprie. Autonomia che deve contemperarsi con la dipendenza dai Vescovi nella cura delle anime, nell’esercizio del culto divino e nelle altre opere di apostolato. In questo emerge la differenza se un movimento è riconosciuto come associazione privata o eretto come associazione pubblica. Infine vengono esposti i diversi modi di relazionarsi di un movimento con un istituto religioso”. In particolare rispondendo ad una domanda di un giovane legionario di Cristo che espressamente ha chiesto a Padre Ghirlanda come poteva essere inquadrata l’appartenenza giuridica alla sua vocazione è stato detto: “Noi siamo qui per tendervi una mano, come Padri, come Pastori. Ma siete voi prima di tutto che dovete scegliere se essere una congregazione o un movimento che si relaziona con consacrati e consacrate laici, come se fossero un Terzo Ordine laico. Occorre presentarsi con un chiaro statuto. Il Regnum Christi può essere equivalente ad un’associazione, ad un istituto secondo il diritto canonico ed è possibile che un istituto faccia parte di un movimento, una federazione anche di tre soggetti che partecipano allo stesso carisma. Il rapporto delle consacrate può trovare la strada della federazione, con un governo generale che regoli i relativi aspetti, con diversi rami che fanno parte di un unico movimento. Siete voi che nella vostra riflessione anche di quel carisma di laici consacrati dovete verificare come organizzarlo in forma canonica, siete voi aiutati da noi ad esprimere la vostra anima e il carisma manifestato, secondo coscienza”.

Sulla linea del discernimento viene posta una domanda a S.E. mons. Josef Clemens, come Presidente del Pontificio Consiglio dei Laici presente anche proprio per il fervido numero dei laici intervenuti, consacrati e consacrate. Il quesito è stato posto su come un Vescovo deve proporsi e come il movimento deve presentarsi sul territorio in modo pratico. “Innanzi tutto – ha detto Sua Eccellenza mons. Clemens – un’attività apostolica autentica e un’altra attività apostolica autentica non possono mai distinguersi, fanno parte del contributo ad una vita cristiana. Se ci sono problemi allora è opportuno prendere contatto con il Vescovo, presentarsi e dove il riconoscimento degli statuti e’ un biglietto di visita. Una necessità quella dello statuto per poter dire ‘Noi vogliamo fare questo, la nostra struttura e’ questa’ dal profilo del movimento. Essere uniformi, anche tra laici e sacerdoti, non vuol dire essere uniti poiché l’uniformità non è un dono dello Spirito Santo come invece l’unità dove si deve avere un grande cuore per dare spazio ai doni che vengono dallo Spirito Santo.

E i cuori sono divenuti più grandi per l’impegno di Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI. Ricordiamo che è stato Benedetto XVI a far abolire il quarto voto di essere obbedienti ai superiori ed a pretendere che vi fosse una gerarchia che può far capo solo a Cristo”. “L’unità e non l’uniformità – conclude e ribadisce mons. Clemens – è il solo presupposto che consente di camminare insieme”.

“Ci si deve rapportare al Vescovo – avvalora Padre Ghirlanda S.J. – non promuovere iniziative a lui estranee e non manifestare unicità poiché in una via esclusiva non si giunge alla salvezza, neanche per il solo tramite degli esercizi di Ignazio da Loyola. La strada comune e del bene, in Cristo e nella salvezza è la pluralità, testimoniata in questi giorni, dalla riunione attorno a Voi dei movimenti ecclesiali e laici del mondo”.

Forte l’omelia nella Santa Messa officiata da Mons. Vincenzo Paglia Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha avuto inizio con le letture che ci riportano nel cenacolo, alla vigilia della Pentecoste. Il Signore ci chiama ad essere missionari nelle radici stesse della nostra vita, a riflettere sul mondo contemporaneo. Molti di voi ricordano la passione di Giovanni Paolo II e ritrovarci insieme significa essere insieme. Papa Francesco non cessa di invitare ad essere missionari dalla curia romana al mondo, evitando la tentazione dell’autoreferenzialità che può essere anch’essa il veleno che blocca la Chiesa. C’e’ bisogno di aprire il nostro sguardo. Papa Francesco ha ripreso a camminare nelle vie della gente, a percorrere i sentimenti del cuore davanti a chi e’ più povero. E chi pensa quando guarda Piazza S. Pietro gremita riflette su coloro che sono vicini a Gesù cercano in Francesco un padre, misericordia. E’ un Vangelo che si fa attuale con Papa Francesco. Si prega insieme perchè tutti siamo una cosa sola nell’unità dell’amore, no nell’unità dell’economia, delle strategie, non nell’unità di tattiche da inventare ma solo nell’unità di amore e comunione con il Signore. La vera forza nasce dal camminare con il Signore e l’amore di Dio ti costringe a dimenticare di te, per occuparti degli altri, e’ quell’amore che non ti costringe ad essere vescovo, prete nell’amore di Gesù, che ci costringe a fermarci davanti al cuore e di chi ha bisogno. Questa e’ la gloria: il Vangelo e’ la cosa più importante della nostra vita. Gesù scese fino al cuore e questa e’ la gloria dei movimenti, la forza dell’amore che spinge a partecipare al segno di Dio sul mondo”.  “Molti anni fa venne dato un imput: il mondo sta andando verso una globalizzazione e bisogna che avvenga al di fuori dell’unita’ della Chiesa. I popoli si sono avvicinati ma non perchè si amano di più. E’ per questo che sono importanti i movimenti nella nuova evangelizzazione, perchè la nuova Pentecoste deve creare un terremoto spirituale che come passione infuocata ci invada  e consenta alle lingue di infondere nelle menti parole che siano luce per tutti”.

Oggi “Il work in progress sul carisma da definire continua – come lo spiegò nel 2011 il delegato pontificio Velasio De Paolis – dell’Istituto o Congregazione, mentre i membri stanno facendo un buon lavoro e servendo la Chiesa”.

Un’intenzione e una preghiera speciale a Papa Francesco, formulata da una consacrata del Regnum Christi a nome di tutti, perché Egli riconduca la Chiesa sulla Verità e la Via”.

Viviana Normando

 

Exit mobile version