Il Vaticanese

Dal Regina Coeli alla visita nella necropoli vaticana: “Senza la grazia non possiamo nulla”

Lunedi dell’Angelo 2013. In occasione della prima Regina Coeli di Papa Francesco migliaia di persone hanno confermato la loro presenza per ascoltare la preghiera alla Madonna del Vescovo di Roma.

Il Papa con la semplicità ed umiltà che abbiamo imparato a conoscere e con le novità, nelle vicinanze ai fedeli, a cui già ci ha abituato, ha rinnovato gli auguri di una buona Pasqua, iniziando il suo messaggio con un buongiorno e concludendolo con un buon pranzo. Un saluto di un amico verso persone care, di un Padre ai suoi figli, di un Pastore al suo popolo, come per ringraziare ciascuno ed assicurarsi che ognuno stesse bene.

Papa Francesco ha ricordato come la Pasqua ed il suo significato, con la vittoria del bene sul male, con il trionfo dell’amore, sia il centro della nostra fede. “L’odio – ha detto Papa Francesco – lasci il posto all’amore, la tristezza alla gioia, la menzogna alla verità”. “Preghiamo insieme – ha proferito il Papa nel Regina Coeli – nel nome del signore morto e risorto perchè il mistero pasquale possa operare in noi. Preghiamo insieme alla Madonna, senza la grazia non possiamo nulla”.

 

La visita alla necropoli vaticana: la prima volta che accade per un Papa. Nel pomeriggio, circa alle 17.00, il Vescovo di Roma è uscito da S. Marta in Vaticano, dove ha scelto di dimorare anziché nell’appartamento papale, accompagnato anche dall’Arciprete della Basilica Vaticana il Cardinale Angelo Comastri. Insieme si sono diretti verso il sepolcro di Pietro dove il Papa si è fermato a pregare ma soprattutto Bergoglio ha voluto soffermasi nel luogo dove Pietro, il primo Papa fu sepolto, nella necropoli sottostante l’attuale Basilica, sopra cui è stato costruito il monumento più importante della cristianità. Papa Francesco ha ascoltato molto bene la storia che gli è stata raccontata sulle origini della Basilica petrina, fatti che sono molto bene testimoniati ed articolati con sintesi e puntualità, proprio sin dalla originaria costruzione cristiana, nel prezioso libro “Luoghi Vaticani” dello storico dell’arte Angela Cianfarini, edito a Roma per ATS da libreria Editrice Vaticana nel 2000.

Più precisamente Papa Francesco, che ancora una volta vanta con semplicità e discrezione un altro primato, è il primo Pontefice a scendere negli scavi della Necropoli vaticana, lunedì 1 aprile 2013”. “Si è avvicinato – come si legge in una nota della sala stampa vaticana – all’antica tomba di San Pietro, presso la quale ha sostato in preghiera silenziosa, in raccoglimento profondo e commosso”.
“Il Santo Padre Francesco ha compiuto una visita di devozione alla tomba di San Pietro nella Necropoli che si trova sotto la Basilica vaticana”, prosegue la nota. Il Papa era accompagnato dal card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, dal delegato della Fabbrica di San Pietro, mons. Vittorio Lanzani, dal suo segretario mons. Alfred Xuereb e dai responsabili della Necropoli vaticana, Pietro Zander e Mario Bosco.
“Primo Papa a scendere negli scavi della Necropoli vaticana, il Papa Francesco ha percorso tutta la via centrale della Necropoli, che si trova sotto la Basilica e le Grotte vaticane, ascoltando le spiegazioni del Card. Comastri e del Dr. Zander, avvicinandosi al luogo dove si trova la tomba di San Pietro, esattamente sotto l’altare centrale e la cupola della Basilica”, fa sapere con esattezza la sala stampa.

“Nella Cappella Clementina, il luogo più vicino alla tomba del Principe degli Apostoli, il Papa ha sostato in preghiera silenziosa, in raccoglimento profondo e commosso”, riferisce sempre la nota. La visita si è conclusa nelle Grotte vaticane, rendendo omaggio alle tombe dei Papi del secolo scorso che vi si trovano: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo I.
Uscendo dalla Grotte, alle 17.45, il Papa ha salutato il personale presente ed è rientrato a piedi a Santa Marta, come a piedi era giunto all’ingresso degli scavi sul fianco sinistro della Basilica.

 

Sono gesti di profondo significato che ci fanno comprendere quanto sia attento l’approccio con cui Bergoglio ha accolto e fonda il suo incarico di Pastore, con un costante richiamo per sé e per gli altri, in un dissolubile cammino in Cristo, alle origini della Chiesa.

Viviana Normando

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