Confraternite: una realtà antica al servizio della nuova evangelizzazione. Intervista a Mauro Parmeggiani

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Sua Eccellenza Mauro Parmeggiani Vescovo di Tivoli

E’ stato intervistato per la redazione de Il Vaticanese.it da Antonello Cavallotto, S.E.R. monsignor Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli assistente ecclesiastico della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, a conclusione presso la Domus Internationalis Paulus VI dei lavori del Direttivo nazionale della stessa Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, la realtà laicale aggregativa più numerosa.

Di seguito le domande rivolte a S.E.R. monsignor Mauro Parmeggiani.

Eccellenza si è concluso sabato scorso alla presenza dei consiglieri e coordinatori regionali il Direttivo del Consiglio Nazionale della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia. Può farci un bilancio e dirci quali le novità e i progetti di una realtà quale quelle delle Confraternite che sembrano ritornate di moda anche nei media ?

Questa attenzione certo fa piacere. In un mondo dove prevale la logica dell’io più che del noi e dello scarto di coloro che riteniamo marginali e non centrali per i nostri interessi i media, come rivela la presenza della troupe di SAT2000 e dell’inviata dell’agenzia stampa dei Vescovi SIR di Zenit e della usa testata on line Il Vaticanese, stanno riscoprendo l’importanza di questa realtà sempre viva quale fuoco sotto la cenere. Oggi le Confraternite hanno imbracciato un cammino nuovo dove alla tradizionale immagine legata a sai e cappucci si è affiancata una nuova generazione di confratelli che sanno coniugare e testimoniare la ricchezza della carità con parole e strumenti nuovi. Ne è prova la nascita di un ufficio stampa che appunto vuole dialogare e incontrare la modernità. Ma soprattutto credo che questo nuovo interesse verso le confraternite è dato dal riconoscimento di una testimonianza secolare mai venuta meno e dallo “stile” dell’operare silenzioso anonimo e caritatevole dei confratelli. Questo è forse quello che oggi affascina del mondo confraternale e che fa la differenza. Operare in silenzio e senza personalismi. Una fede la fede semplice, umile portata in quelle che il Papa chiama periferie dell’esistenza.

Povertà emarginazione e immigrazione. Certo ma anche molta attenzione è rinata grazie a Papa Francesco che nella Evangelium Gaudium e in numerosi paragrafi (122-126) parla della pietà popolare come forza evangelizzatrice; autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio; mistica popolare. Davvero un buon viatico, non le pare?

Questa “ritrovata visibilità” e interesse da parte dei media, si deve come dicevo grazie all’impegno corale dei nostro confratelli e consorelle ma anche ai vescovi e parroci che sempre di più chiedono alle confraternite un aiuto nella vita parrocchiale e sul territorio. E indubbiamente e straordinariamente se non inaspettatamente mi scuso per gli avverbi – dalla “simpatia” di S. Santità Papa Francesco. Come Lei ricorda, nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, S. Santità cita e si sofferma – paragrafi dal 122 al 126 ma anche in altri passaggi – sul ruolo e “spiritualità” di questa forma semplice ma teologicamente importante che opera a favore dell’evangelizzazione e inculturazione. Non a caso queste espressioni del Papa sono state al centro del dibattito e delle riflessioni del Direttivo nazionale e sono state salutate come un sostegno del Papa al carisma delle confraternite e l’Esortazione come “il“documento principe attorno al quale far ruotare tutte le attività. Ma anche le tre parole guida: evangelicità, ecclesialità, missionarietà, appiaono anch’esse una vera esposizione pastorale sulla quale si è imperniato l’intervento del con Presidente dr. Francesco Antonetti.

Li vuole declinare anche per noi, Eccellenza?

Certo. La prima parola è “Evangelicità”. Evangelicità vuol dire che tramite le forme di pietà e di vita personale e comunitaria la gente riscopre il Vangelo, la presenza del Verbo che si piega a noi. Per “Ecclesialità” il Papa ricorda come la pietà popolare è “una modalità legittima di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa” La terza parola, infine, “Missionarietà” significa che i confratelli e consorelle hanno la missione e il compito di tenere vivo il rapporto tra fede e le culture nei territori dove vivono. Siamo grati a Papa Francesco per queste tre parole perché la pietà popolare nella mentalità di tanti ha corso il rischio di essere accantonata come roba vecchia, da museo, da soffitta… e invece no! Il Papa ci ha detto che la pietà popolare è anch’essa è un modo di vivere e trasmettere la fede che deriva dall’adesione piena al Vangelo di Gesù.

Non solo. Il Papa ha anche detto nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium che la pietà popolare è un dono preziosissimo per la Chiesa. Cosa ci dice in merito?

Sì della Chiesa “in uscita”, capace di prendere l’iniziativa e di andare verso tutti, accompagnare, fruttificare e festeggiare. E questa pietà, dice ancora Papa Francesco, ci aiuta a uscire da noi, ad essere pellegrini e missionari della fede. “Il camminare insieme verso i santuari e il partecipare ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli o invitando altre persone, è in se stesso un atto di evangelizzazione”.

Disconoscere le forme della pietà popolare significa allora disconoscere la forza e il senso evangelizzante ?

Se mi è permesso oserei dire di più. Lo Spirito Santo è il suo protagonista. Le manifestazioni della pietà popolare di chi guarda con amore e commozione a un crocifisso, a una immagine sacra, chi accende una candela, chi prega per un figlio malato e per lui offre sacrifici… sono la manifestazione di una vita teologale animata dall’azione dello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori (cfr Rm 5,5)”. E dunque dice apertamente il Papa: “Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!”.

Eccellenza, un’ultima domanda. Quali le iniziative più importanti ?

Tra gli appuntamenti nazionali più importanti certamente annovero il 750° anniversario del miracolo eucaristico di Bolsena, che si celebrerà a Bolsena e Orvieto il 20 e 21 settembre 2014. Nel 2015, invece, appuntamento a Torino, luogo scelto dalle Confraternite per radunarsi in occasione dell’Ostensione della Sindone. A livello regionale mi piace ricordare il Cammino a Sulmona di solidarietà con quelle popolazioni colpite dal terremoto e anche il 1 Cammino regionale in Sardegna a Monti. In Sicilia invece la Confraternita del Santissimo Crocifisso di Monreale e la Confraternita dell’Addolorata di Taranto, stanno preparando un incontro per ricordare la figura del Capitano Basile, tarantino di nascita, ma ucciso dalla mafia a Monreale il 3 maggio del 1981.

Antonello Cavallotto

Ufficio Stampa della Confederazione

delle Confraternite delle Diocesi d’Italia

 

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