Occhio al nemico e buona guerra. Per Pasqua la vittoria non a raccogliere i pezzi

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mons-giuseppe-mania cura di Mons. Giuseppe Mani/

Il nemico. E’ una parola che si può usare solo per lui: il demonio. Ma chi è il demonio? C’è il demonio? E’ una realtà o un modo di chiamare il male? Com’è il demonio? Sono domande che mi sono state rivolte tante volte ed è bene abbozzare una risposta perché abbiamo detto che la Quaresima  è “tempo di combattimento contro lo spirito del male”. Che il demonio esiste non c’è dubbio, altrimenti sarebbero false molte pagine dell’Vecchio e del Nuovo Testamento. Gesù ha avuto a che fare con lui e ci ha insegnato come comportarci. La Bibbia ci dice che è l’accusatore dell’uomo, il seduttore, il distruttore. I vangeli ce lo descrivono come il principe di questo mondo, come il padre della menzogna come il mentitore (Gv 8, 38-44).

Com’è fatto? Questo proprio non lo so. So come è fatto Dio perché è diventato uomo e lo abbiamo conosciuto: Gesù, ma la caratteristica del demonio è quella di nascondersi per cui può essere presente e non ce ne accorgiamo. Anche i segni della sua presenza non sono chiari essendo il principe della  menzogna, e la sua caratteristica è la falsità. Tra tutte le espressioni usate nei suoi riguardi io preferisco quella di Paolo VI  quando disse che “il fumo di satana è penetrato anche nella Chiesa”, ecco: il fumo è una buona immagine non tanto perché  richiama il fuoco dell’inferno, infatti  il demonio non va in giro con corna e forconi magari con bustarelle, sussurri e promesse allettanti di grandezza e di carriera.

E’ difficile avere idee chiare sul demonio oltre a sapere che c’è ed è il nostro peggiore nemico però è importante sapere che questo mondo ha un principe e che sappiamo di avere un nemico da combattere e contro cui lottare con forza e decisione.

Nella mia vita di prete non ho mai fatto gli esorcismi ma ho un ricordo particolare legato a Papa Wojtyla il quale, a tavola con i preti di una parrocchia romana, raccontò la sua unica esperienza di esorcismo. Gli era stato chiesto per una giovane mamma ed accettò di farlo. “Lessi tutte le preghiere del  libro che mi avevano dato ma non succedeva niente, la persona continuava ad agitarsi e a gridare quando terminate le preghiere nel salutarla la benedii e dissi che il giorno seguente l’avrei ricordata nella Messa. Appena sentì la parola Messa fece un urlo spaventoso e si accasciò come morta, il demonio l’aveva abbandonata”. Commentava il Papa: “la sola parola Messa fa paura al demonio perché è il momento in cui Dio si umilia per salvarci, cosa che il demonio non può fare”.

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