Monsignor Galantino: “Nella Chiesa è finito il tempo dei Satrapi”

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Mons. Nunzio Galantino Segretario Generale CEI e Vescovo di Cassano all’Ionio

“Non ci vuole un Vescovo per dire ad un prete che le persone vanno rispettate nelle relazioni, che non sono nostri sudditi e che noi non siamo stati messi lì per comandare. É finito il tempo dei satrapi. Non è stile sacerdotale quello di chi, esplicitamente o implicitamente, afferma: il Parroco sono io e qui comando io. Queste affermazioni appartengono solo a chi non prega e a chi il Vangelo lo ha ridotto ad un paravento per dare sfogo alle proprie frustrazioni”. A dirlo è stato Mons. Nunzio Galantino, Vescovo di Cassano e Segretario Generale della CEI, nell’omelia nel corso dell’ordinazione sacerdotale di don Carlo Russo. “Un Vescovo che ordina un diacono o un presbitero – ha detto il presule – lo fa perché ha fiducia in loro. Prima però di invocare lo Spirito di Dio su di te e prima di importi le mani, caro Carlo, sento il bisogno di accompagnare questo atto di fiducia con le parole di Giovanni: “Non amare il mondo, né le cose del mondo perché tutto quello che è nel mondo non viene dal Padre, ma viene dal mondo”. “Non amate il mondo”. È ovvio che Giovanni assume il termine mondo nel senso di una realtà segnata dal peccato, dalla cupidigia, dall’invidia, dalla prevalenza dell’apparire sull’essere. E, se questo è il mondo da cui dobbiamo guardarci, allora ce n’è veramente per tutti. E, se permettete, Papa Francesco questo sta dicendo con forza alla nostra Chiesa, in particolare a noi sacerdoti e Vescovi. Non amate, ci sta dicendo, lo stile del mondo! E di stile mondano, quello che Paolo VI chiamava il “fumo di Satana”, nella Chiesa ce n’è. Lo dico con tanto dolore. Ed è uno stile molto difficile da vincere perché porta, spesso, i colori e il sapore del sacro, meglio della falsa sacralità. Mi chiedo e vi chiedo: viviamo o non viviamo lo stile del mondo quando l’esteriorità prende il sopravvento sulla sostanza delle cose?”. “Mi domando e vi domando – ha concluso mons. Galantino – viviamo o no lo stile del mondo quando, a esempio, la nostra preoccupazione non è la formazione seria del popolo di Dio o non sono i poveri e i loro bisogni, e ci attardiamo invece a spendere eccessivamente per noi, per suppellettili appariscenti? È o non è stile mondano quello di una pastorale che si accontenta dell’esistente e non accetta di schiodarsi da modi di fare che oggi non trasmettono il Vangelo ma trasmettono soltanto fisime senza contenuti?”.

Fonte: Giornaledicalabria.it

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