Maggiore attenzione verso una “cultura dell’Intelligence”

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Per una cultura dell’Intelligence che tuteli l’Economia e il Lavoro

A cura Fabio Gallo/direttore editoriale/

Quanto sta accadendo all’Economia italiana è anche conseguenza di una forma di aggressione all’Italia che nell’ultimo ventennio ha utilizzato il Potere della Rete (internet). Invisibili, incomprensibili per i più, i tentacoli dei sistemi di gestione della conoscenza sono entrati in Italia, così come in tutti i Paesi raggiungibili da Internet. In Italia, però, i tentacoli della piovra più intelligente del mondo, gestita da multinazionali estere (ovviamente), hanno pescato molto più che in ogni luogo del mondo. Hanno pescato e imbrigliato nella “loro” rete assetata di capitali il grande malloppo miliardario dei Beni Culturali, del Sistema Turistico, del mondo Agroalimentare, Tessile, Editoriale e molto, molto di più. Un capitale così prestigioso da rappresentare il più noto e incontestato Brand che nel pianeta è sinonimo di valore: il Made in Italy. La politica italiana ha certamente molte colpe dovute all’inestinguibile male della presunzione dell’arroganza, ma quella di avere consentito prima e favorito poi la gestione della sua anima stessa a società estere, è la colpa più grande che non trova assoluzione. Parliamo di centinaia di miliardi e negli anni di migliaia di miliardi che una indegna gestione del nostro capitale culturale ha ceduto e di conseguenza ha perso. Con essi, centinaia di migliaia di posti di lavoro. L’incapacità di sostenere progetti innovativi in questa direzione, è il secondo gravissimo peccato che non potrà trovare assoluzione e che ha causato la diaspora delle intelligenze da una Nazione – l’Italia – che paradossalmente grazie solo alla diaspora dalla propria terra, sta arricchendo il mondo di capacità ed esperienze tra le più sofisticate e innovative. Tutto ciò è fisiologico, lo insegna l’antropologia. Ma oggi abbiamo bisogno di fare soldi seriamente e in tutta fretta. Nel salotto di “Porta a Porta” condotto da Bruno Vespa il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto una grande verità: il mondo è cambiato e la rete in questo cambiamento con la comunicazione, il modo di relazionarsi e di combattere le moderne battaglie, sono frutto della visione di persone alle quali quasi nessuno, in principio, ha dato credibilità. Pensiamo a Stive Jobs e alla Apple, a Google, a Microsoft, a Expedia, Booking.com, etc, etc. Noi tutti viviamo in un grande buco nero che si chiama Google: una mostruosa falla nell’economia italiana che si presenta con la dignità di un motore di ricerca per vederci qualsiasi cosa paghi un posizionamento in prima pagina, al posto della verità. Così facendo ad essere messa in discussione è la Verità e con essa la Qualità, anche quella della vita se quando l’utente che ad esempio cerca cibo sano, il motore di ricerca ti propone pasticche per dimagrire o altro, dannose alla salute. Ogni etica muore in questo buco nero che fagocita e gestisce conoscenza solo ed esclusivamente per fare soldi. Poiché abbiamo preso ad esempio un motore di ricerca qualsiasi, possiamo dire che la tesi di chi scrive è oggi suffragata, dall’Autority europea che ha ottenuto che Google scriva che essa è una “società” e in quanto tale fa business. Non è molto ma è già qualcosa avvisare l’utente che nel fare una ricerca deve sapere preventivamente che il frutto della sua ricerca può essere non ciò che è vero ma ciò che paga.

Sul punto non si può che essere in armonia con quanto recentemente dichiarato da Elia Valori che esce allo scoperto – visti i tempi – per rendersi promotore di una necessità impellente: maggiore attenzione verso una “cultura” dell’Intelligence. Attenzione!, ciò non significa che la nostra Intelligence non sia tale, anzi! Ne siamo orgogliosi. La riflessione è grandangolare e include ciò che rappresenta dati incontrovertibili e che appartengono ad una cultura assolutamente moderna come lo è la Rete con i suoi sofisticati utilizzi rivolti anche alla produzione di economia. Oggi una semplice “App” che offre un discreto servizio può essere scaricata tranquillamente da 100 milioni di utenti e se essa è scaricabile ad un euro incassa 100 milioni di Euro. Il tutto anche in pochissimi giorni. Sono stati raggiunti record da 1 miliardo. Immaginiamo solo negli ultimi 10 anni quante royalty (miliardi), anche del valore di decine di euro come quelle dei servizi per il Turismo, sono state versate dalle Aziende italiane per la vendita, ad esempio, dei posti letto. Il clamoroso fallimento della piattaforma del turismo del Governo italianano www.italia.it è la certificazione dell’incapacità del sistema politico italiano che ha disposto e gestito questo spreco. Oltre 50 milioni di Euro per ottenere il nulla. Cosa centra in tutto questo l’Intelligence? Ad evitare il peggio.

Come tutte le cose anche l’Intelligence, però, è correlata alla politica italiana che ci dice di guardare le stelle ma non riesce neanche a vedere il dito che le indica. Dunque, a chi non vede neanche il proprio dito com’è possibile chiedere di avere una visione lungimirante per dare spazio all’intelligenza dell’Innovazione perché essa produca economia? Abbiamo parlato di Agenda Digitale. Propongo il ritorno all’Abbecedari digitale. Torniamo a scuola. E’ meglio. Riuscire ad amministrare “con intelligenza” il nostro grande Patrimonio Culturale potrebbe ancora evitarci una caduta fatale. L’Italia di oggi è come una Madre che per sopravvivere deve nutrirsi della creatura che ha nel suo ventre. Come fare? Trovare il coraggio di dare spazio a chi ha idee e capacità. Gli uomini dell’Intelligence, sono certo, sanno dove trovarli. La politica, se intende dimostrare che ha volontà, riconosca di non essere capace. Figli, fratelli e sorelle, cugini e nipoti, amanti e simpatizzanti, non sono più sufficienti. Oggi, allo stato attuale, non più. Se Montezemolo, dico Montezemolo, ha compreso che un passo indietro sarebbe stato utile al bene della Ferrari simbolo del Made in Italy, chiunque può ritenere che un pizzico di umiltà non sia lesiva del proprio onore bensì un bene per se stessi e per la Nazione.

Ora qualche dato perché possiamo riflettere insieme. Sono relativi allo scorso anno. Meditate politici, meditate:

Google: 50,17 miliardi di Dollari di fatturato – 10, 73 miliardi di dollari utile netto – 53.546 dipendenti

Apple: 156,508 miliardi di Dollari di fatturato – 41,733 miliardi di dollari di utile netto – 72.000 dipendenti

Microsoft: 73,72 miliardi di fatturato – 16,97 miliardi di dollari utile netto 94.000 dipendenti

Oracle: 37,1 miliardi di fatturato – 10 miliardi di dollari di utile netto – 105.000 dipendenti

Intel: 53 miliardi di dollari di fatturato – 11.miliardi di utile netto – 104.77 dipendenti

E-bay: si sa solo che opera sul mercato telematico di ben 38 Paesi

Pay pal: circa 300 milioni di conti attivi in 192 paesi del mondo e rappresenta circa il 36% di fatturato della sua proprietaria e-bay. In ogni caso parliamo di cifre superiori a 100 miliardi di dollari anno

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