Onu accusa la Santa Sede: tollerò abusi sui minori. Risponde l’Osservatorio Vaticano a Ginevra

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Uno dei simboli Onu

Ecco quanto accaduto nella giornata odierna circa l’importante scambio tra Onu e Santa Sede, di cui riportiamo con fonte la notizia e la risposta dell’Osservatorio Vaticano. Ginevra, l’attacco dell’Onu. La S. Sede rimuova “immediatamente” dal loro incarico chi ha commesso abusi sessuali sui bambini, o che ne è sospettato, perché finora ha “adottato politiche e pratiche” che hanno portato a continuare abusi su decine di migliaia di bambini e all’impunità degli autori. E’ l’accusa del rapporto del Comitato Onu sui diritti dei bambini. Il Comitato, che ha stilato le osservazioni finali in seguito all’esame del rapporto della Santa Sede sul rispetto della Convenzione sui diritti del fanciullo, si dice “seriamente preoccupato” dal fatto che la Santa Sede “non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi, non abbia adottato le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali su minori e per proteggere i bambini. Inoltre “ha adottato politiche e pratiche” che hanno portato alla prosecuzione di abusi e all’impunità degli autori.

La Santa Sede è anche esortata a “valutare il numero di bambini nati da preti cattolici, scoprire chi sono e prendere tutte le misure necessarie per garantire i diritti di questi bambini a conoscere e ad essere curati dai loro padri”. Si raccomanda inoltre che la Santa Sede ponga fine alla pratica degli “accordi di riservatezza” nell’ambito di piani di sostegno finanziario per le madri. L’auspicio è che la Chiesa faccia “pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestia, discriminazione o violenza contro bambini sulla base del loro orientamento sessuale o l’orientamento sessuale dei loro genitori e a sostenere gli sforzi a livello internazionale per la depenalizzazione dell’omosessualità”.

Il Comitato Onu ha invitato la Santa Sede “a fare pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestia, discriminazione o violenza contro bambini sulla base del loro orientamento sessuale o l’orientamento sessuale dei loro genitori e a sostenere gli sforzi a livello internazionale per la depenalizzazione dell’omosessualità”. Il Comitato, pur rilevando positivamente le affermazioni di Papa Francesco nel luglio 2013, è preoccupato per le dichiarazioni passate della Santa Sede sull’omosessualità che “contribuiscono alla stigmatizzazione sociale e alla violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e adolescenti transgender e bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso”. Il Comitato raccomanda inoltre alla Santa Sede di ritirare dalla sua legislazione, come annunciato oralmente, l’espressione discriminatoria “figli illegittimi” per i bambini nati fuori dal matrimonio.

L’Onu ha esortato la Santa Sede a “rivedere la propria posizione sull’aborto” quando è a rischio la vita e la salute delle donne incinte e a “identificare circostanze in cui l’accesso ai servizi di aborto possa essere ammesso” modificando il canone 1398 in materia. Il Comitato cita con “profonda preoccupazione” le sanzioni decise dalla Chiesa nel 2009 in Brasile contro una madre ed un medico che praticò l’aborto per salvare la vita a una bimba di 9 anni, rimasta incinta dopo essere stata violentata dal patrigno.

La reazione della Santa Sede è di sorpresa: “L’aspetto negativo del documento che hanno prodotto – fa sapere mons. Tomasi, osservatore vaticano all’Onu di Ginevra – è che sembra quasi che fosse già stato preparato prima dell’incontro del Comitato con la delegazione della Santa Sede”. Tommasi parla di “linea ideologica”.

La Santa Sede assicura che “sottoporrà a “minuziosi studi e esami” nel rispetto della Convenzione le accuse ricevute dall’Onu, ma vede in “alcuni punti” delle Osservazioni ricevute oggi un “tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa”. Reitera poi suo impegno difesa fanciullo. Un comunicato della Sala stampa vaticana risponde alle Osservazioni conclusive pubblicate oggi a Ginevra dall’Onu, che accusano la Chiesa tra l’altro di non aver adeguatamente perseguito gli abusi del clero contro i bambini. Il comunicato spiega che la “Santa Sede prende atto delle Osservazioni conclusive sui Rapporti” e assicura che “”saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami nel pieno rispetto della Convenzione nei differenti ambiti presentati dal Comitato” e che ciò avverrà “secondo il diritto e la pratica internazionale” e tenendo conto del recente “pubblico dibattito” del Comitato. “Tuttavia”, “alla Santa Sede rincresce” di “vedere in alcuni punti delle Osservazioni Conclusive un tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa”. “La Santa Sede – conclude la nota – reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui Diritti del Fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica”.

Fonte, Ansa.

La risposta della Santa Sede

La Santa Sede ha accolto con sorpresa le osservazioni conclusive del Comitato Onu per i diritti del fanciullo presentate oggi a Ginevra, che lanciano dure accuse al Vaticano sulla questione degli abusi su minori commessi da esponenti del clero. L’organismo delle Nazioni Unite afferma che la Santa Sede continuerebbe a violare la Convenzione sui diritti dell’infanzia. Il Comitato critica il Vaticano anche per le sue posizioni sull’omosessualità, la contraccezione e l’aborto. Sulla reazione della Santa Sede a queste accuse, Sergio Centofanti ha intervistato mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente vaticano presso gli Ufficio Onu a Ginevra:

R. – Il Comitato della Convenzione per i diritti del fanciullo ha rilasciato ufficialmente oggi le sue conclusioni e raccomandazioni per i Paesi che sono stati esaminati durante questa 65.ma sessione e che sono Congo, Germania, Santa Sede, Portogallo, Federazione Russa e Yemen. La prima impressione: bisognerà aspettare, leggere attentamente e analizzare in dettaglio quanto scrivono i membri di questa Commissione. Ma la prima reazione è di sorpresa, perché l’aspetto negativo del documento che hanno prodotto è che sembra quasi che fosse già stato preparato prima dell’incontro del Comitato con la delegazione della Santa Sede, che ha dato in dettaglio risposte precise su vari punti, che non sono state poi riportate in questo documento conclusivo o almeno non sembrano essere state prese in seria considerazione. Di fatto il documento sembra quasi non essere aggiornato, tenendo conto di quello che in questi ultimi anni è stato fatto a livello di Santa Sede, con le misure prese direttamente dall’autorità dello Stato della Città del Vaticano e poi nei vari Paesi dalle singole Conferenze episcopali. Quindi manca la prospettiva corretta e aggiornata che ha visto in realtà una serie di cambiamenti per la protezione dei bambini che mi pare difficile di trovare, allo stesso livello di impegno, in altre istituzioni o addirittura in altri Stati. Questa è semplicemente una questione di fatti, di evidenza, che non possono essere distorti!

D. – Come rispondere in modo preciso alle singole accuse del Comitato Onu?

R. – Non si può in due minuti rispondere certamente a tutte le affermazioni fatte – alcune molto scorrette – nel documento conclusivo del Comitato. La Santa Sede risponderà, perché è un membro, uno Stato parte della Convenzione: l’ha ratificata e intende osservarla nello spirito e nella lettera di questa Convenzione, senza aggiunte ideologiche o imposizioni che esulano dalla Convenzione stessa. Per esempio: la Convenzione sulla protezione dei bambini nel suo preambolo parla della difesa della vita e della protezione dei bambini prima e dopo la nascita; mentre la raccomandazione che viene fatta alla Santa Sede è quella di cambiare la sua posizione sulla questione dell’aborto! Certo, quando un bambino è ucciso non ha più diritti! Allora questa mi pare una vera contraddizione con gli obiettivi fondamentali della Convenzione, che è quella di proteggere i bambini. Questo Comitato non ha fatto un buon servizio alle Nazioni Unite, cercando di introdurre e richiedere alla Santa Sede di cambiare il suo insegnamento non negoziabile! Quindi è un po’ triste vedere che il Comitato non ha afferrato fino in fondo la natura e le funzioni della Santa Sede, che pur ha espresso chiaramente al Comitato la sua decisione di portare avanti le richieste della Convenzione sui diritti del fanciullo, ma definendo appunto e proteggendo prima di tutto quei valori fondamentali che rendono la protezione del fanciullo reale ed efficace.

D. – L’Onu aveva detto in un primo tempo che il Vaticano aveva risposto meglio di altri Paesi sulla protezione dei minori: cosa è cambiato?

R. – Nell’introduzione del rapporto conclusivo viene riconosciuta la chiarezza delle risposte provenute; non si è cercato di evitare nessuna richiesta fatta dal Comitato, in base all’evidenza disponibile, e dove non c’era una informazione immediata, ci si è ripromessi di provvederla in futuro, secondo le direttive della Santa Sede, e come fanno tutti i governi. Quindi sembrava un dialogo costruttivo e penso che debba rimanere tale. Perciò, vista l’impressione avuta dal dialogo diretto della delegazione della Santa Sede con il Comitato e il testo delle conclusioni e raccomandazioni, viene la tentazione di dire che probabilmente quel testo era già scritto e che non riflette gli imput e la chiarezza, se non in qualche aggiunta affrettata, di quello che era andato avanti. Perciò dobbiamo, con serenità e in base all’evidenza – perché non abbiamo niente da nascondere! – portare avanti la spiegazione delle posizioni della Santa Sede, rispondere agli interrogativi che ancora rimanessero, in modo che l’obiettivo fondamentale che si vuole perseguire – la protezione dei bambini – possa essere raggiunto. Si parla di 40 milioni di casi di abuso di bambini nel mondo: purtroppo alcuni di questi casi – anche se in proporzioni molte ridotte in confronto a tutto quello che sta avvenendo nel mondo – toccano persone di Chiesa. E la Chiesa ha risposto e reagito e continua a farlo! Dobbiamo insistere su questa politica di trasparenza, di non tolleranza di abusi, perché anche un solo caso di abuso di un bambino, è un caso di troppo!

D. – Quindi, cosa può essere successo?

R. – Probabilmente delle Organizzazioni non governative – che hanno interessi sull’omosessualità, sul matrimonio gay e su altre questioni – hanno certamente avuto le loro osservazioni da presentare e in qualche modo hanno rafforzato una linea ideologica.

Di seguito pubblichiamo il comunicato della Sala Stampa vaticana sulla questione:

Al termine della sua 65.ma sessione, il Comitato per i Diritti del Fanciullo ha pubblicato le sue Osservazioni Conclusive sugli esaminati Rapporti della Santa Sede e di cinque Stati Parte alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo (Congo, Germania, Portogallo, Federazione Russa e Yemen). Secondo le particolari procedure previste per le parti della Convenzione, la Santa Sede prende atto delle Osservazioni Conclusive sui propri Rapporti, le quali saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami per pieno rispetto della Convenzione nei differenti ambiti presentati dal Comitato secondo il diritto e la pratica internazionale come pure tenendo conto del pubblico dibattito interattivo con il Comitato svoltosi il 16 gennaio 2014. Alla Santa Sede rincresce, tuttavia, di vedere in alcuni punti delle Osservazioni Conclusive un tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa Cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa. La Santa Sede reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui Diritti del Fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica.

Fonte, www.news.va.

 

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