La Mafia perde: don Pino Puglisi presto Beato

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Sua Santità Benedetto XVI
Sua Santità Benedetto XVI

Citta’ del Vaticano – Papa Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce il martirio di don Giuseppe Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso, ”in odio alla Fede”, il 15 settembre 1993. Questo riconoscimento assicura che don Puglisi verra’ presto beatificato. vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Pino_Puglisi

“La Chiesa ha dato una risposta importante ai tanti che in questi anni si sono chiesti se vale o no la pena di combattere la Mafia, l’ignoranza, per il bene sociale. Oggi la Santa Sede ha testimoniato la coerenza delle parole di Cristo che permangono eternamente, insieme a coloro i quali hanno il coraggio di sostenerle fino in fondo.  Oggi Don Pino Puglisi è Beato e domani sarà Santo: il santo moderno di una Palermo che farà mostra di questa santità a tutti coloro i quali giungeranno in pellegrinaggio per conoscere il valore dell’eroicità che donne e uomini di questo mondo possono testimoniare con la propria esistenza. La mafia che lo uccise barbaramente, non pensava che quel sangue appartenesse a Dio Padre. Oggi tutti i palermitani, così come tutti i siciliani, sapranno che a partire dalla Chiesa locale fino a Roma, in Vaticano, tutti hanno lavorato con amore, per dare vita. Caro Don Pino “Beato te!”  Fabio Gallo – Il Vaticanese.it

I PENSIERI DI DON PINO PUGLISI
Il Signore sa aspettare
«Nessun uomo è lontano dal Signore. Il Signore ama la libertà, non impone il suo amore.
Non forza il cuore di nessuno di noi. Ogni cuore ha i suoi tempi, che neppure noi riusciamo a comprendere. Lui bussa e sta alla porta. Quando il cuore è pronto si aprirà».

Il senso della vita
«Ognuno di noi sente dentro di se un’inclinazione, un carisma.
Un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione, è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita».

Ho fatto del mio meglio
«Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, il nostro progetto d’amore.
Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati.
Si riparte ogni volta.Dobbiamo avere, coscienza di avere accolto l’invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio».

Come le tessere del mosaico
«Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale.
Ciascuno di noi come le tessere di questo grande mosaico.
Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual’è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual’è il proprio, perchè si formi l’unico volto di Cristo».

Dio ci dà la forza
«L’amore per Dio purifica e libera.
Ciò non significa che veniamo spersonalizzati ma, anzi, la nostra personalità viene esaltata e potenziata, cioè viene data una nuova potenzialità alle nostre facoltà naturali, alla nostra intelligenza. Viene data una luce nuova alla nostra volontà».

Le porole e i fatti
«E’ importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per i soldi.
Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste.
Tutte queste iniziative hanno valore, ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti».

Se ognuno fa qualcosa
«Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno
Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio. Questa è un’illusione che non possiamo permetterci.
E’ soltanto un segno per fornirci altri modelli, soprattutto ai giovani. lo facciamo per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa.
E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto…»

La testimonianza che diventa martirio
«Il discepolo di Cristo è un testimone. La testimonianza cristiana va incontro a difficoltà, può diventare martirio.
Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza.
Ricordate S. Paolo: “Desidero ardentemente persino morire per essere con Cristo”. Ecco, questo desiderio diventa desiderio di comunione che trascende persino la vita»

vedi e approfondisci su http://www.centropadrenostro.it/donpuglisi.asp

 

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